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L’immunoterapia, una nuova arma

anticorpi che bersagliano una cellula.

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Tempo di lettura: 4 min

Negli ultimi anni si è intrapresa una nuova via per trattare il cancro: l’immuno-oncologia ossia l’immunoterapia applicata ai tumori.

 
Come funziona? 
Questo approccio usa diversi meccanismi come il target di anticorpi, sviluppo di nuovi vaccini o l’utilizzo di citochine.
L’immunoterapia può anche essere utilizzata in combinazione con la chirurgia o la chemioterapia.
 
Cosa caratterizza il nostro sistema immunitario? 
È preciso, possiamo indirizzare i trattamenti in modo specifico sulle cellule cancerose non andando a colpire le cellule sane.
È dinamico, deve potersi adattare molto velocemente dal momento che le cellule tumorali cambiano le loro caratteristiche molto rapidamente.
Ha una memoria a lungo termine, le cellule del sistema immunitario ricordano come sono costituite le cellule tumorali così da poterle riconoscere e eliminare rapidamente.
 
Perché scegliere l’immunoterapia rispetto ad altri tipi di trattamento?
È importante fare una premessa iniziale: l’immunoterapia non è applicabile a tutti i pazienti oncologici.  Nonostante ciò ha il potenziale di diventare sempre più precisa, personalizzata e efficace mantenendo bassi gli effetti collaterali.
 
Come accennato queste nuove terapie possono essere modulate a seconda del paziente, di conseguenza esistono molte tipologie di immunoterapie:
 
  • Terapia cellulare adattiva utilizza cellule del sistema immunitario per riconoscere ed eliminare le cellule infettate.
  • I vaccini possono aiutare le cellule del sistema immunitario a riconoscere le cellule cancerose così che possano venire eliminate. Esistono due tipologie di vaccini approvati: Cervarix o Gardasil, con azione preventiva e BCG con azione terapeutica.
  • Immunomodulatori: questa categoria può essere divisa in quattro sottocategorie: inibitori di checkpoint, citochine, agonisti e adiuvanti.
    • Gli inibitori di checkpoint, come Avelumab, lavorano bloccando checkpoint del sistema immunitario che vengono manipolati dai tumori per sopprimere la risposta immunitaria.
    • Citochine, come l’interferone a-2a, sono molecole messaggere che regolano la  maturazione delle cellule immunitarie.
    • Gli agonisti aiutano ad attivare le cellule T          
    • Gli adiuvanti attivano pathway che promuovono la risposta immunitaria adattativa.
  • Anticorpi monoclonali (mAbs) rappresentano una tipologia di trattamento per sopprimere l’attività delle cellule tumorali e per allertare il sistema immunitario. Per essere più precisi possono bloccare l’attivazione di diversi pathway all’interno della cellula tumorale, come la proliferazione incontrollata. Il Bevacizumab è un anticorpo monoclonale usato nel trattamento del carcinoma ovarico.
  • Linfociti o cellule CAR-T rappresentano una delle strade più promettenti per il futuro dell’immunoterapia.     Si tratta di linfociti T prelevati dal sistema immunitario del paziente e ingegnerizzati in laboratorio in modo da contrastare in maniera più efficace il tumore, una volta reinfusi nell’organismo.
  • ADC, ossia anticorpi coniugati a farmaci. In questo caso gli anticorpi sono associati e farmaci anti-tumorali che una volta portati nella sede del tumore possono svolgere la loro attività.
  • Anticorpi bi-specifici possono legare due differenti target, come per esempio una cellula T e una cellula tumorale.

 

Quali sono i possibili effetti collaterali legati all’immunoterapia? 

A differenza delle tradizionali terapie contro i tumori i farmaci immuno-oncologici funzionano in maniera diversa e hanno effetti collaterali peculiari. 

Una parte di essi può comparire subito dopo la somministrazione, una seconda parte può insorgere settimane dopo ed è dovuta a meccanismi difensivi dell’organismo. 

Nel breve periodo i più comuni sono: 

  • Disturbi cutanei
  • Nausea, vomito, diarrea 
  • Pressione bassa
  • Reazioni allergiche

 

Nel lungo periodo possiamo avere:

  • Eruzioni cutanee
  • Problemi gastrointestinali
  • Tossicità al fegato
  • Minor numero di globuli bianchi
  • Problemi nella coagulazione  del sangue

 

La ricerca in campo oncologico ha fatto progressi significativi nonostante la complessità della malattia.

Rimane comunque ancora molto da esplorare per arrivare a redigere protocolli di cura sempre più efficaci sia per combattere il cancro che per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Credo sia un’enorme opportunità entrare a far parte di questo cambiamento e portare il mio contributo.

 

FONTI:

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L’oncologia semplificata con logica.

Da studente di biologia mentre approfondivo i miei interessi scientifici ho voluto renderli più comprensibili alle persone non appartenenti a questo ambito.

Ho pensato così di aprire OnkologiK.com, un sito in cui argomenti scientifici vengono spiegati nel modo più semplice possibile sulla base di fonti autorevoli in materia.