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La storia della chemioterapia

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Tempo di lettura: 4 min
Il termine “chemioterapia” fu coniato dal chimico tedesco Paul Ehrlich che con questo termine definì l’impiego di composti chimici in ambito medico.
In ambito oncologico si definisce chemioterapia anti-neoplastica l’uso di composti chimici per trattare un tumore.
 
L’era della chemioterapia è iniziata negli anni ‘40 e da allora lo sviluppo di farmaci antitumorali ha visto diverse innovazioni fino ad arrivare alle terapie mirate. I principi e i limiti della chemioterapia che sono stati scoperti dai primi ricercatori sono ancora oggi validi. 
 
In questo articolo ripercorreremo alcune delle principali tappe della storia della chemioterapia e identificheremo le sfide ancora aperte, per chi volesse approfondire ulteriormente può leggere l’articolo completo.
 
In medicina ci sono sempre state sfide per migliorare la salute umana ma in poche hanno ottenuto l’importanza che hanno avuto il trattamento e la cura del cancro.  
Il processo di formazione tumorale era già conosciuto, ma poco si sapeva sui meccanismi biologici della trasformazione e della progressione tumorale fino all’avvento della medicina molecolare. 
Nel corso del tempo, lo sviluppo di terapie antitumorali, inizialmente basato su osservazioni, è diventato sempre più dipendente dalla comprensione della biologia che caratterizza i diversi tumori. 
 
  • Nel Maggio 1942 L. Goodman e A. Gilman, farmacologi presso la Yale School of Medicine, insieme a G. Lindskog trattarono un paziente oncologico con una particolare classe di composti citotossici, le azotipriti. La terapia portò a una breve remissione della malattia.
 
  • Nel 1947 al Children’s Hospital di Boston avviene la prima remissione parziale di una leucemia, un tumore del sangue, grazie all’utilizzo di un composto inibitorio della crescita delle cellule tumorali, l’aminopterina.
 
  • Dopo la Seconda guerra mondiale S.Farber studiò gli effetti di una specifica classe di composti, i folati, sui pazienti affetti da leucemia; queste molecole sembravano stimolare la proliferazione delle cellule cancerose. L’attività di ricerca allora si concentrò su farmaci anti-folati, come il metotrexato, che inducevano brevi remissioni della malattia; questi farmaci potevano sopprimere la proliferazione delle cellule maligne.
 
  • Nel 1955 fu creato il National Cancer Chemotherapy Service Center (NCCSC) presso il National Cancer Institute (NCI), un programma per promuovere la scoperta di farmaci per trattare il cancro. 
 
  • Nel 1956 C. Gordon Zubrod guidò lo sviluppo di nuovi farmaci focalizzandosi su prodotti naturali e istituì un ampio programma di raccolta e sperimentazione di fonti vegetali e marine. Questo portò alla scoperta di due nuove tipologie di farmaci: i taxani, di cui fa parte il Paclitaxel, e le camptothecine.
 
  • Negli anni60, gli esperimenti di F. Schabel e H. Skipper presso il Southern Research Institute hanno dimostrato sia l’efficacia della combinazione di farmaci per evitare la resistenza delle cellule cancerose ai trattamenti sia che la terapia anti-tumorale uccide solo una frazione di cellule maligne. 
 
  • Dal 19781979 venne approvato, per l’uso in terapia, il cisplatino. Fu scoperto nel 1965 da B. Rosenberg, farmaco determinante nel trattamento del cancro ai testicoli. Successivamente altri ricercatori dell’Institute of Cancer Research del Regno Unito svilupparono il carboplatino, un derivato del cisplatino dotato di un’ampia attività antitumorale e di una tossicità minore. 
 
  • Negli anni80 procedevano in contemporanea sia i tentativi per ampliare la scoperta di composti citotossici sia gli approcci molecolari e genetici per la comprensione di nuovi meccanismi cellulari alterati nei tumori, che regolano diverse attività, come la proliferazione.
 
  • Negli anni90 si sviluppò l’era della “terapia mirata“. L’obiettivo era indirizzare l’effetto dei farmaci su specifici bersagli delle cellule tumorali.
 
  • Nel 1994 si giunse alla creazione di un nuovo farmaco, il Glivec. Nel 1999 la FDA lo approvò per trattare una tipologia di tumore del sangue, noto come leucemia mieloide cronica (LMC).
 
  • Anni 2000, l’attenzione si sposta sui meccanismi che i tumori mettono in atto per sopravvivere, si cerca così di tagliare le vie di rifornimento.
 
  • Nel 2003 furono approvati dalla FDA sia il Gefitinib, un farmaco inibitore, sia l’Cetuximab, anticorpo monoclonale usato in combinazione con la chemioterapia nel trattamento del cancro del colon. 
 
  • Nel 2004 viene approvato il Bevacizumab, farmaco a bersaglio molecolare anti-angiogenico, che agisce bloccando la formazione di nuovi vasi sanguigni, viene così tagliato il nutrimento necessario al tumore per crescere. Il bevacizumab viene utilizzato nel tumore del polmone, nel tumore del rene e nel tumore dell’ovaio.
 
Le innovazioni tecnologiche hanno aumentato il successo nella ricerca di farmaci inibitori di bersagli specifici. La comprensione dei meccanismi cellulari, alterati nei tumori umani, è fondamentale per un uso efficace dei farmaci antitumorali. 
 
Le future sfide consisteranno nel combinare in modo sempre più efficace i farmaci mirati con quelli citotossici, sarà essenziale la selezione sottogruppi di pazienti che hanno maggior probabilità di rispondere a determinati farmaci, evitando così costi inutili e la tossicità di un trattamento inefficace.
 
 
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