Una delle sfide più grandi dell’oncologia è aumentare l’efficacia nel distruggere i tumori.
Quando i trattamenti farmacologici non eliminano totalmente le cellule tumorali succede che quelle rimaste diventano poi resistenti alle successive terapie.
Questo argomento è stato approfondito in uno studio pubblicato il 3 Luglio 2023 su “Nature“.
I ricercatori hanno posto la loro attenzione sulle cellule resistenti ai trattamenti contro i tumori, in particolare si sono concentrati sulla plasticità di tali cellule ed è emerso che quest’ultime, resistenti alla terapia, sono di piccole dimensioni.
Approfondendo la riduzione delle dimensioni cellulari hanno scoperto che tale diminuzione è dovuta a un equilibrio alterato tra degradazione e sintesi proteica, noto come turnover proteico, a favore della degradazione.
Le proteine sono una classe di macromolecole che contribuiscono alle dimensioni delle cellule, l’alta frequenza di eliminazione delle proteine potrebbe essere la causa della diminuzione delle dimensioni cellulari.
La chemioterapia innesca in misura maggiore la degradazione rispetto alla sintesi di nuove proteine e causa anche uno stato di stress, innescando così nella cellula una risposta prolungata a questa condizione; la cellula si troverà in massima allerta e con ogni meccanismo al suo interno pronto a funzionare, in questo modo può difendersi immediatamente se necessario.
In questo modo sarà possibile attivare velocemente moltissimi geni e riprogrammare la loro espressione, ciò renderebbe queste cellule virtualmente invincibili.
Quali sono le conseguenze di una cellula più piccola e con un maggiore turnover proteico?
- avendo un turnover proteico più elevato rispetto alle cellule non trattate con chemioterapia possono cambiare il loro aspetto più rapidamente;
- essendo più piccole devono utilizzare meno risorse per modificare la quantità di una determinata proteina rispetto a una cellula di grandi dimensioni;
- vengono sintetizzate proteine che successivamente attivano specifici geni che conferiscono determinate caratteristiche alla cellula tumorale, come non essere individuata dal sistema immunitario o formare metastasi.
I risultati ottenuti in questo studio suggeriscono che le dimensioni delle cellule influenzano la plasticità cellulare e, di conseguenza, l’aggressività del tumore stesso; quindi l’aggressività tumorale e le dimensioni delle cellule tumorali sono correlate.
In futuro concentrare le ricerche sulla plasticità delle cellule resistenti potrebbe essere una possibile strategia per limitare la formazione di metastasi e aumentare l’efficacia delle terapie farmacologiche.
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