Provate a prendere la confezione del dentifricio o una lattina di una bevanda dietetica e leggete con attenzione l’etichetta delle componenti, potreste imbattervi nella dicitura “Aspartame”, ma che cos’è?
L’Aspartame è un dolcificante artificiale 200 volte più dolce dello zucchero ed è utilizzato in oltre 6.000 prodotti, come bevande dietetiche e gomme da masticare.
Negli ultimi quarant’anni è stato oggetto di numerose controversie e dibattiti che lo hanno collegato a un aumento del rischio di cancro e ad altri problemi di salute.
Questo dolcificante è formato da tre componenti principali che vengono poi metabolizzate dal nostro organismo: la fenilalanina, l’acido aspartico e il metanolo; quest’ultimo viene poi metabolizzato in acido formico che può danneggiare il Dna.
Bisogna però ricordare che queste tre molecole sono presenti nel nostro corpo anche in seguito all’ingestione di altri alimenti o bevande, non solamente tramite l’Aspartame. Per questa ragione è estremamente difficile, se non impossibile, sia rilevare questo dolcificante nelle analisi del sangue sia comprendere chiaramente i suoi effetti.
Negli Stati Uniti l’ente governativo noto come “Food and Drug Administration” (FDA) lo ha approvato come dolcificante nel 1974 e, nel 1981 il JECFA, ossia il comitato di esperti sugli additivi alimentari congiunto tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha stabilito una dose giornaliera accettabile di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo; per un adulto medio significa ingerire circa 2.800 milligrammi al giorno, pari a 9-14 lattine di bibite dietetiche.
Nel 2019 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha fortemente raccomandato una valutazione di una serie di sostanze, tra cui l’Aspartame, sulla base delle nuove prove scientifiche emergenti. Le prove dell’IARC di un possibile legame tra l’Aspartame e il cancro al fegato provengono da tre studi che hanno esaminato il consumo di bevande dolcificate artificialmente.
Il primo studio pubblicato nel 2014, ha seguito 477.206 partecipanti in 10 Paesi europei per oltre 11 anni e ha dimostrato che il consumo di bevande analcoliche zuccherate, comprese quelle contenenti Aspartame, era associato a un aumento del rischio di una tipologia di cancro al fegato, noto come carcinoma epatocellulare.
Il secondo condotto negli Stati Uniti nel 2022 ha dimostrato che il consumo di bevande dolcificate artificialmente era associato al cancro al fegato nelle persone affette da diabete.
Il terzo studio ha coinvolto 934.777 persone negli Stati Uniti dal 1982 al 2016, ha rilevato un rischio maggiore di cancro al pancreas negli uomini e nelle donne che consumavano bevande dolcificate artificialmente.
Un’ulteriore attività di ricerca è stata svolta da Mathilde Touvier, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale Francese di Salute e Ricerca Medica di Parigi.
Questo studio è stato incluso nella valutazione della IARC e ha considerato l’assunzione di Aspartame da diverse fonti alimentari, tra cui bibite, prodotti caseari e dolcificanti da tavola. È emerso che, tra 102.865 adulti in Francia, le persone che consumavano quantità più elevate di Aspartame, ma inferiori alla dose giornaliera accettabile raccomandata dal JECFA, avevano un rischio maggiore di cancro al seno e di tumori legati all’obesità; tuttavia la rilevanza statistica non era tale da permettere ulteriori approfondimenti in merito.
La IARC, l’OMS e il JECFA hanno pubblicato il 14 luglio 2023 una valutazione riguardante l’impatto sulla salute di tale dolcificante classificandolo come “possibilmente cancerogeno” per l’uomo. Questa dicitura viene generalmente utilizzata quando esistono prove limitate, ma non convincenti, di cancro nell’uomo o prove convincenti di cancro negli animali da esperimento, ma non entrambe.
Il JECFA ha dichiarato che i limiti giornalieri raccomandati per il consumo di questo dolcificante non cambieranno, poiché il comitato di esperti ha affermato che è sicuro per una persona consumarlo entro il limite giornaliero; questo perché non sono state trovate prove sufficienti per ridurre la dosa giornaliera accettabile.
“Non ci sono prove convincenti da dati sperimentali o umani che l’aspartame abbia effetti avversi dopo l’ingestione, entro i limiti stabiliti dal precedente comitato.” ha dichiarato Francesco Branca, direttore del Dipartimento di Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’OMS, il 12 luglio 2023 a Ginevra.
Sono stati anche valutati gli studi che associano l’Aspartame ai tumori del fegato, del seno e del sangue, ma i ricercatori hanno concluso che i risultati non sono coerenti. Infatti questi studi avevano diversi limiti, per esempio non potevano escludere possibili fattori esterni o si basavano sull’autodichiarazione dell’assunzione giornaliera di Aspartame attraverso la dieta.
“Le registrazioni dietetiche non sono sempre le più affidabili. Non ingeriamo l’Aspartame come singolo agente ma fa parte di una combinazione di sostanze chimiche e di altri elementi.“, afferma William Dahut, responsabile scientifico dell’American Cancer Society con sede a Bethesda, nel Maryland.
Come dobbiamo comportarci?
“Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né tantomeno stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli ma di limitarne il consumo.” afferma Francesco Branca.
Inoltre non va dimenticato che nella categoria degli agenti definiti come “possibilmente cancerogeni” per l’uomo rientrano anche l’estratto di aloe vera e l’acido caffeico presente nel tè e nel caffè.
Il dibattito riguardo all’Aspartame è solo all’inizio. In futuro saranno necessari ulteriori studi sia per esplorare l’impatto di questo dolcificante sui processi metabolici e su malattie potenzialmente correlate, sia per approfondire e descrivere meglio i suoi potenziali effetti sulla salute.
FONTI: