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Inquinamento atmosferico e cancro

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Tempo di lettura: 3 min

L’inquinamento atmosferico gioca un ruolo importante nello sviluppo di cancro al polmone nei soggetti non fumatori.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che a livello mondiale siamo 250.000 le morti dovute all’inquinamento atmosferico.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” il 6 aprile 2023 ha dimostrato come le particelle inquinanti presenti nell’aria possano interagire con i pneumociti, portando poi alla formazione tumorale.
La ricerca si è servita di pazienti non fumatori e fumatori provenienti dal Regno Unito, Sud Corea, Taiwan e Canada

I soggetti non fumatori che vivono in zone con alti livelli di PM10 e PM2,5 hanno maggiori probabilità di insorgenza tumorale rispetto a non fumatori posti in zone meno inquinate.

Come è stato determinato il collegamento tra inquinamento e tumore?
Sono state analizzate sequenze di DNA provenienti da campioni di non fumatori che vivono in zone con aria mal sana.
L’analisi ha mostrato mutazioni puntiformi che attivano geni collegati con lo sviluppo tumorale.
Sono stati esaminati anche campioni di DNA provenienti da soggetti fumatori.
Il DNA delle cellule cancerose di quest’ultimi presentava mutazioni peculiari, collegabili alla presenza di componenti del tabacco.
Nei due gruppi le mutazioni rilevate erano differenti.

Come l’inquinamento atmosferico incide nella formazione tumorale a livello polmonare se non induce le stesse mutazioni dovute al fumo?

Due precedenti studi aiutano a trovare una risposta: il primo risale al 2020 svolto su modelli murini. Fu notato che non tutti gli agenti cancerogeni aumentavano il numero di mutazioni o portavano a mutazioni specifiche.
Il secondo risale al 1940 e il modello di studio era il topo. In questo caso i ricercatori notarono che le cellule con mutazioni potevano rimanere dormienti ma anche essere successivamente attivate da un promotore tumorale.

I promotori tumorali furono denominati agenti promotori del tumore (TPA) e promuovono l’infiammazione e la proliferazione.
Fu trovata una correlazione diretta tra mutazioni e livello della proteina “EGFR” e i livelli PM2,5. Modificazioni a livello di EGFR sono stati riscontrati in tumore al polmone nel soggetto non fumatore ma esposto a inquinamento atmosferico.

L’uomo è suscettibile ad acquisire mutazioni spontaneamente durante la replicazione cellulare ma queste mutazioni non causano immediatamente la formazione di un tumore poiché non avviene proliferazione delle cellule mutate.
Soggetti esposti a inquinamento atmosferico presentano un maggior rischio di proliferazione di cellule potenzialmente tumorali.

Ad alti valori di PM2.5 è presente un’alta concentrazione di IL-1β, una molecola altamente infiammatoria che promuove poi lo stato di infiammazione. Se invece blocchiamo la produzione di IL-1β insorgenza del tumore al polmone diminuisce.

Tuttavia a causa del loro costo le terapie basate su anticorpi monoclonali che bloccano la produzione di IL-1β non è applicabile su scala mondiale, allo stesso tempo però possono essere attuate forme di prevenzione, come per esempio abitudini alimentari corrette.

FONTI:

https://www.nature.com/articles/s41586-023-05874-3

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