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I prodotti per capelli, il loro possibile ruolo

Micrografia luminosa che mostra la diffusione delle cellule tumorali dell'endometrio. Credit: Kateryna Kon/Science Source

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Tempo di lettura: 4 min
I prodotti chimici per la stiratura dei capelli possono essere associati a un rischio più elevato di cancro della cervice uterina.
L’utero è formato da due parti principali: 
 
  • La parte superiore detta corpo dell’utero; 
  • L’estremità inferiore chiamata collo o cervice.
 
Il tumore della cervice uterina si sviluppa nella parte inferiore dell’utero, sito in cui viene accolto e si sviluppa l’embrione nel corso della gravidanza. 
Secondo il rapporto “Global Cancer Statistics 2020”, stilato in collaborazione tra l’American Cancer Society (ACS) e l’International Agency for Research on Cancer (IARC), il tumore della cervice uterina si colloca al quarto posto tra i tumori più comuni nelle donne e rappresenta il 6,5 % di tutti i tumori che vengono diagnosticati nelle donne.
 
Un nuovo studio del National Institutes of Health (NIH), pubblicato il 17 Ottobre 2022 sul Journal of the National Cancer Institute,  ha rilevato che le donne che utilizzano prodotti chimici per rendere i loro capelli lisci possono essere a maggior rischio di cancro della cervice uterina rispetto a quelle che non ne facevano uso; infatti i prodotti per capelli possono contenere sostanze chimiche con proprietà cancerogene. 
Studi precedenti hanno scoperto che l’uso di prodotti per capelli è associato a un rischio maggiore nello sviluppo di determinati tumori, come il cancro al seno o alle ovaie; ad oggi nessuno studio ha esaminato la correlazione tra uso di determinati prodotti e piastre per capelli e il cancro della cervice uterina. 
Tale attività di ricerca, attraverso il Sister Study, intende esaminare l’associazione tra l’uso di tali prodotti e il rischio di sviluppare questa malattia.
Il Sister Study è una tipologia di studio che ha monitorato tra il 2003-2009 una coorte di 50 884 donne statunitensi di età compresa tra i 35 e i 74 anni. All’interno di questo gruppo determinate donne sono state poi escluse, per esempio ad alcune era stato rimosso l’utero in precedenza, poiché presentavano già il tumore in questione.
In questa coorte sono stati osservati risultati che hanno evidenziato un tasso più elevato di tumori della cervice uterina per le donne che hanno dichiarato di aver usato sempre o frequentemente prodotti e trattamenti liscianti per capelli, rispetto a quelle che non l’hanno fatto. 
Alle partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario sull’uso di prodotti per capelli nei 12 mesi precedenti riferendo la frequenza dell’uso di specifici prodotti per capelli, come liscianti, decoloranti o tinte permanenti.
Abbiamo stimato che l’1,64% delle donne che non avevano mai usato liscianti per capelli avrebbe sviluppato un tumore del corpo uterino entro i 70 anni; ma per le utilizzatrici frequenti, il rischio sale al 4,05%” ha dichiarato Alexandra White, ricercatrice che ha preso parte allo studio.
 
Diverse sostanze chimiche che sono componenti dei prodotti liscianti per capelli potrebbero contribuire all’aumento di incidenza di cancro della cervice uterina. 
In particolare l’esposizione a determinate sostanze chimiche attraverso l’uso di prodotti per capelli, soprattutto liscianti, potrebbe essere più preoccupante rispetto ad altri prodotti per la cura personale. Infatti è stato osservato un maggiore assorbimento di sostanze chimiche a livello del cuoio capelluto rispetto ad altre zone della pelle come avambraccio, palmo della mano e addome. 
L’uso di questi specifici prodotti può causare lesioni e ustioni al cuoio capelluto, facilitando la permeabilità delle sostanze chimiche. 
 
I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli di studi precedenti ed è emerso che: 
 
  • L’uso di prodotti liscianti per capelli può aumentare il rischio di sviluppo di tumori legati a squilibri ormonali nelle donne; tuttavia tale associazione non è ancora così chiara, se paragonata per esempio a quella tra il fumo e il cancro;
  • Questo è un potenziale obiettivo su cui prestare maggior attenzione e su cui poter intervenire per cercare di ridurre il potenziale rischio di sviluppare tale tumore.
 
In futuro saranno necessarie ulteriori ricerche sia per replicare i risultati ottenuti in altri contesti sia per identificare le specifiche componenti chimiche e se possibile chiarire maggiormente questa possibile correlazione. 
 
 
FONTI:
 
 
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